Sass di Stria, Sentiero Kaiserjager, Gallerie del Lagazuoi e Cengia Martini: giro (quasi ad anello) di uno dei gruppi più spettacolari delle Dolomiti, il Lagazuoi.




" Due voci possenti ha il mondo:
la voce del mare
e
la voce della montagna"
W. Wordsworth.



Da qualche anno siamo diventati assidui (per quanto possibile) frequentatori dei sentieri di montagna e le Dolomiti sono il non plus ultra per gli amanti della natura e del trekking.

Purtroppo da Milano non sono comodissime da raggiungere e quindi ci concediamo uno-due week end all'anno in queste zone.

Quest'estate la scelta è ricaduta sul Gruppo del Lagazuoi: io volevo assolutamente pernottare su al rifugio e vedermi il tramonto dalla terrazza.

Siamo partiti da Milano il venerdì sera per essere di buon mattino già attivi :-)


SASS DI STRIA

E' un bellissimo percorso nel bel mezzo delle gallerie scavate dai soldati austriaci durante la Prima Guerra Mondiale. La cima fu continuamente contesa tra gli schieramenti austriaci e italiani perchè permetteva un controllo costante di un territorio molto vasto.
Leggete QUESTO interessante articolo che approfondisce temi più storici.

Il percorso inizia al Forte dei Tre Sassi poco prima del passo Valparola. Si parcheggia comodamente e si sale subito tenendosi piuttosto al centro (non si sale dal lato anche se intravedete qualche sentiero).
Dopo una ventina di minuti circa si arriva all'inizio del percorso nelle trincee.



Fino alla cima è un susseguirsi di gallerie, nascondigli, bivacchi che potete attraversare senza particolare impegno.
L'unica raccomandazione è di portarvi una torcia (l'ideale quelle da testa) per potervi addentrare in quelle più strette.
























E' un percorso adatto praticamente a tutti: dura circa un'ora e mezza, il dislivello è limitato e soprattutto ci si ferma tante volte per godersi il paesaggio ed entrare in tutte le gallerie.
I punti più "ostici" sono messi in sicurezza da scale in legno e in metallo e corde: nessun pericolo!
Se avete bambini si divertiranno da matti: meglio di Gardaland!



Noi grandi invece eravamo impressionati da quello che sono riusciti a fare appena 100 anni fa i soldati. 
Qui hanno davvero vissuto degli inverni interi...con la neve ed il freddo costante.
In alcune gallerie hanno lasciato attrezzi e utensili a testimonianza della vita quassù.




Ogni angolo merita di essere esplorato e, se non soffrite di claustrofobia, addentratevi in ciascuna galleria che trovate: molte sono cieche e tornerete semplicemente indietro ma qualcuna poi è aperta e vi fa uscire da un'altra parte.

Più o meno a metà percorso (avevamo per un attimo abbandonato il sentiero principale) si incontra una galleria davvero stretta ma vale assolutamente la pena farla: se ci dimentichiamo il significato storico per un momento, questa è davvero divertente non solo per i più piccoli :-)

E' molto breve e stretta e si sale grazie ad una scala di legno. Accendete la torcia perchè altrimenti non si vede un picchio: procedete fiduciosi che poi si sbuca più in alto. BELLISSIMO!!!


Dopo un'oretta e mezza circa si arriva in cima e si comprende il perchè queste trincee erano così contese dai due schieramenti: la vista sulle cime circostanti è davvero ampia!
Lagazuoi, Civetta, Marmolada, Col di Lana, Lastoi de Formin....insomma il panorama è alquanto soddisfacente :-)

Classica foto di rito con la croce, pranzo con i panini e poi torniamo giù perchè ci aspetta la salita al Lagazuoi!

Sass di Stria: 1 ora e mezza a salire, 1 ora a scendere. Poi dipende da quante soste si fanno.
Dislivello: 300 metri scarsi


SENTIERO KAISERJAGER 

Escludendo a priori la salita in cabinovia abbiamo impostato il giro così: salita tramite Sentiero Kaiserjager, il sentiero dei cacciatori, poi discesa il giorno dopo attraverso le Gallerie del Lagazuoi con deviazione alla Cengia Martini.

Lasciamo la macchina quindi al Passo Falzarego perchè scendendo dalle Gallerie si arriva direttamente li. Il sentiero originario infatti inizia dal Passo Valparola ma dal Falzarego si ricongiunge facilmente poco prima dei tornanti.

Consiglio fortemente ai meno esperti l'attrezzatura da ferrata. Non è strettamente necessaria ma in alcuni punti facilita sicuramente il passaggio. In ogni caso utilizzate dei guanti perchè ci si può tenere ai cavi d'acciaio in molti punti.

Il sentiero in sè non è particolarmente difficile, sono circa 650 metri di dislivello e ci si impiega un paio d'ore.
Noi avevamo lo zaino per stare su la notte, kit da ferrata e casco. In più alle spalle il Sass di Stria...devo ammettere che in alcuni punti ho sentito un pò la fatica.
Certamente non è un sentiero per chi è alle prime armi con la montagna.

Comunque dopo una decisa salita su tornanti ed un canalone che si risale grazie al tratto attrezzato si arriva al punto più fotografato del sentiero: il ponte sospeso.
Ovviamente foto di rito con sorrisi grandi quanto una casa e arriviamo al tratto più esposto.
Piuttosto breve comunque. Qui essere in sicurezza è sicuramente un vantaggio.







Il sentiero da qui prosegue sempre in salita costante e per un buon tratto costeggiando la parete della montagna. C'è quasi sempre la corda che ci da un grande aiuto!

Ogni tanto fermatevi a guardarvi intorno perchè è uno spettacolo. Inoltre, non è un sentiero molto frequentato quindi molto probabilmente sarete da soli a godervi questa meraviglia della natura.

E visto che il meglio deve ancora venire, appena si scollina si apre la vista anche sul Grande Lagazuoi. 

E' qui che gli scettici perderanno ogni tipo di difesa e si innamoreranno perdutamente delle Dolomiti.

A parte gli scherzi, siamo rimasti letteralmente senza fiato: la roccia nuda e grezza che si staglia in verticale verso il cielo. E' facilissimo immaginarsi lo scontro tra le placche terrestri che ha dato vita alle catene montuose.
E qui sulle Dolomiti la natura ha fatto davvero un capolavoro!










Da qui in appena 10 minuti si arriva al Rifugio Lagazuoi: facciamo appena in tempo a sistemare le nostre cose in camerata che è ora di cena.
Qui ci va di lusso rispetto al Rifugio Mezzalama dell'anno scorso: il bagno è adiacente alle camere, i letti a castello sono separati gli uni dagli altri, la cena è completa e anche la colazione molto abbondante.
Ma ovviamente qui di giorno arrivano frotte di persone a pranzare quindi non può essere diversamente.
Comunque dopo cena ci appollaiamo sulla terrazza del rifugio avvolti nelle coperte di lana ma il tramonto si fa un pò desiderare perchè è piuttosto nuvoloso.



GALLERIE DEL LAGAZUOI E CENGIA MARTINI

L'imbocco del sentiero per le Gallerie del Lagazuoi si trova di fianco alla cabinovia.
Non cercatelo da altre parti perchè sbagliate.

Non come noi che, senza farci il minimo scrupolo e senza nemmeno leggere i cartelli, imbocchiamo sicuri il sentiero in discesa...per poi renderci conto, una volta arrivati fino quasi all'imbocco della Val Travenanzes, che non c'era più nessuna indicazione per le gallerie e che quindi saremmo dovuti tornare su al rifugio per poter prendere il sentiero giusto.

Quindi, resettiamo l'ultima ora, e finalmente cominciamo il sentiero per le Gallerie del Lagazuoi. Primo pezzo bellissimo perchè si passa ancora attraverso qualche trincea e la vista sulle cime attorno è stupenda.



















Dopo poco tempo si arriva all'imbocco della grande galleria e, tranne qualche spiraglio, rivedrete la luce molto più in basso all'incrocio della galleria con la Cengia Martini.

In discesa si scivola un pò perchè è sempre umida ma con un minimo di attenzione è abbastanza facile. C'è la corda d'acciaio lungo tutto il tragitto quindi ci si aiuta molto con quella.
Il casco e la torcia sono obbligatori.
Non so dire come sia affrontarle in salita ma le poche persone che abbiamo incontrato erano piuttosto provate. Sono tutti scalini quindi immagino che dopo un pò sia faticoso.
Ma tanto, a meno che non si voglia la funivia, la fatica a salire va messa in conto.

Noi ci siamo divertiti un sacco...ci siamo infilati in ogni deviazione che trovavamo sul percorso. Sono quasi tutti cunicoli ciechi ma è bellissimo vedere come continuano e quanto sono lunghi!!
E' sconvolgente come siano riusciti a scavare in quel modo.
In alcuni punti bisogna abbassare la testa e quasi non ci si riesce a girare da quanto sono strette.

Tutto davvero bellissimo, almeno una volta nella vita va fatto!!

Dopo parecchi scalini incrociamo la Cengia Martini: una piccola deviazione che, lungo la parete della montagna, porta ad un bivacco in legno (oltre non si può proseguire perchè non è in sicurezza).






Terminiamo il nostro percorso sul Lagazuoi scendendo al Passo Falzarego per il sentiero 402.

Il nostro bellissimo week end si conclude con una buona pizza e un (vano) tifo per la Croazia che per la prima volta affrontava una finale ai mondiali.

Nonostante tutto.....Ajmo Hrvatska!!! :-)

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